Carlo Nappo e il PoTere dell’Angelo!

carlo Nappo Il Podere dell'Angelo

Carlo Nappo. Di lui hanno più volte scritto che è un “imprenditore irrequieto”, esigente con se stesso e con tanti grandi sogni da realizzare che vuole rincorrere sempre più in fretta. Forse un cielo del passato attraversato da qualche nuvola grigia: quei limiti, rinunce e compromessi a cui tutti prima o poi dobbiamo sottostare, accettare e superare. Poco importa. Quello che so, quello che la vita mi ha insegnato, è che solo le anime inquiete custodiscono la vera essenza dell’arte. Si chiamano geni dolenti e sono i più severi giudici di se stessi. Non pensate ai poètes maudits, i poeti maledetti, e non pensate nemmeno soltanto a pittori, musicisti o scrittori… perché l’arte non è solo questo, l’arte è quel dono innato che ti cresce dentro fin da bambino, è quel fuoco di passione che ti fa stare bene e sentire realizzato solo se lo sprigioni.

Carlo Nappo, quel fuoco lo sta tirando fuori, in un luogo che ha un nome straordinariamente suggestivo, il Podere dell’Angelo. Lo sta facendo “dietro le quinte”, ai fornelli, perché nel suo cuore la passione che arde è quella per la cucina, che del podere è il vero angelo e la vera anima.

 

Foto di Renzo Daneluzzi

Un agriturismo nella campagna pasianese, in provincia di Pordenone; tutto attorno ettari di vigneto e coltivazioni agricole biologiche; il profumo del “silenzio” della natura; una casa di una volta ristrutturata dove il legno antico e le travi a vista mantengono intatti i ricordi del passato.

Un luogo ideale per rigenerare mente e corpo, camere e suite accoglienti e confortevoli e un centro benessere che fa del relax la priorità assoluta.

Il Podere dell'Angelo

E poi c’è lui, già noto promettente giovane chef, Carlo Nappo, che a quello del silenzio della campagna, aggiunge il profumo di casa, aromi che solleticano l’olfatto e risvegliano lo stomaco, per poi trasformarsi in pennellate di colori e ondate di sapori sul piatto.

C’è lui, con la sua ambizione sì, con la sua voglia di non smettere di crescere, che se fino ai 10 anni voleva fare il chirurgo per salvare la vita alle persone, oggi a loro, alle persone, dona un po’ di cura allo spirito, regalando emozioni tutte personali. Perché è attraverso i suoi piatti che il cuoco parla, quei piatti frutto di genio sì, ma anche di caparbietà, impegno e studio.

Il bagaglio di esperienza certo non gli manca (ha lavorato al Caffè Veneto a Roma, al Danieli a Venezia, è stata affianco a Lionella Cera, Gennaro Esposito, Enzo De Pra e Henry Chenot), ma è grazie al fuoco della voglia di sbocciare e fiorire ogni anno sempre più adulto che dopo la sfida da Chef patron Alla Catina a Pordenone (ruolo che ancora riveste) ha deciso di scommettere tutto al Podere dell’Angelo, dove può dare sfogo alla voglia di nuovo, alla creatività di dipingere piatti gourmet, affiancato dal socio Vincenzo Cioffi.

Così al Podere, accanto alla cucina tipica da agriturismo, c’è quello che lui chiama ristorante gastronomico: 18 coperti, in una elegante sala dove a vista non è la cucina, ma una ricchissima cantina con una preziosa selezione di vini.

“Materia Anima Cuore Ristorante”, così lo ha battezzato, un nome che è già un volo verso un mondo altro e profondo, un progetto di vita.

Il menu diventa degustazione ed è qui, infatti, in questo viaggio condotto a tavola, che Carlo svela se stesso.

Piatti puliti, che paiono semplici nella loro complessità: qua sta la magia! Asso nella manica la scelta delle materie prime, di qualità superiore, con una grande attenzione al territorio, dal FigoMoro da Caneva alla Cipolla di Cavasso e Valcosa, dalla rosa di Gorizia allo zafferano di San Quirino, dalla grappa Nonino al Merlot della riserva del Podere.

I dettagli fanno la differenza: quelli degli accostamenti, dei colori, delle lavorazioni… La natura da dietro i vetri arriva d’improvviso nel piatto quando foglie di riso con guanciale e zenzero o cialde alla barbabietola sorridono distese su un prato verde. I crudi di pesce sono “lavorati” da Urlo di Munch, per rimanere in tema arte, mentre la seppia nuota in cottura nel vermouth ammorbidendosi e speziandosi zuccherina e poi il pennello intinto nella mixology combina occidente e oriente quando il tonno rosso viene abbracciato da spaghetti di riso e miso…

Non vi svelo altro, passo alle immagini… questo è il potere del genio “inquieto”. Carlo Nappo crescerà ancora e presto ci mostrerà il… potere dell’angelo!

 

Foglia di riso con guanciale e zenzero

I piatti di Carlo nappo
Foglia di riso con guanciale e zenzero

Tartare di gambero di Mazzara con tapioca allo spritz

I piatti di Carlo Nappo
Tartare di gambero di Mazzara con tapioca allo spritz

Tonno rosso della Scandinavia con spaghetti di riso e miso

I piatti di Carlo Nappo
Tonno rosso della Scandinavia con spaghetti di riso e miso

Piovra con patate e pomodorini

I piatti di Carlo Nappo
Piovra con patate e pomodorini

Cappasanta leggermente affumicata con verdure e salsa al nero di seppia

I piatti di Carlo Nappo
Cappasanta leggermente affumicata con verdure e salsa al nero di seppia

Seppia a Vermouth con tentacoli fritti

I piatti di Carlo Nappo
Seppia a Vermouth con tentacoli fritti

Cialda alla barbabietola con gamberi

I piatti di Carlo Nappo
Cialda alla barbabietola con gamberi

Pacchero fresco con gamberi e tonno rosso

I piatti di Carlo Nappo
Pacchero fresco con gamberi e tonno rosso

Risotto allo zafferano di San Quirino, polvere di liquirizia e calamaro

I piatti di Carlo Nappo
Risotto allo zafferano di San Quirino, polvere di liquirizia e calamaro

Rana pescatrice cotta a bassa temperatura, brunoise di mela e riduzione di fichi

I piatti di Carlo Nappo
Rana pescatrice cotta a bassa temperatura, brunoise di mela e riduzione di fichi

Piccione con ananas e foie gras

 

I piatti di Carlo Nappo
Piccione con ananas e foie gras

Dolce e vini

 

Podere Dell’Angelo

Via Fontane n 11, 33087 – Pasiano di Pordenone (PN)

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IDEATORE E AMMINISTRATORE DI RISTORHUNTER - Giornalista pubblicista e scrittrice, Francesca è felicemente ossessionata dai racconti e dal potere delle storie: se infatti nessuno è in grado di contrastare la forza di gravità esercitata dalle storie, lei ne è sin dai primi anni di vita la prima vittima. Docente di "arte della narrazione" (anche applicata al mondo enogastronomico), che ama in verità definire "scrittura emotiva", crede che sia assolutamente vero che "Dio creò l'uomo perché gli piacciono le storie". Per Francesca insomma la scrittura è una cosa seria, perché scrivere significa dire quello che non riusciamo a dire e perché la scrittura è "un atto di conoscenza che si maschera di finzione".

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