Chiara Maci e Filippo La Mantia sono arrivati a Pordenonelegge 2018, attesissimi (non diciamo chi di più dell’altro!), e hanno letteralmente incantato il pubblico.
La caponata, “Ma tu come la fai la caponata?” è il loro libro, leggero ma non troppo, un bellissimo esempio di come attraverso il cibo si può raccontare una vita. In questo caso due vite, perché il cibo, la cucina, unico loro punto in comune, dichiarano ridendo e prendendosi in giro, è il galeotto Cupido che li ha fatti incontrare.
Lei food blogger, lui, oste e cuoco.
Bellissimi! I novelli Mondaini Vianello. Sì proprio così, perché la vita su quel palco l’hanno straordinariamente sdrammatizzata, in una complicità che, appositamente, scivola nella comicità.
Racconta la sua vita Filippo La Mantia, dal fotoreporter al primo ristorante in Sicilia. “Tutti credevano che fossi chef e io fingevo bene!” ride. “In verità io iniziai a cucinare a modo mio, senza aglio, cipolla o scalogno, per esempio, perché a me non piacciono. Non volevo essere chef, perché ogni tanto gli chef se ne stanno lì concentrati solo sul loro piatto e invece il cliente viene prima del piatto; ogni piatto è modificabile, se il cliente lo vuole. E’ il cuoco a disposizione del cliente e non il contrario. Ma di questo le food blogger non capiscono un tubo!”.
Ride ancora provocando la moglie, ed è la volta di Chiara Maci. Anche lei si racconta: una ragazzina abituata al dovere, laureata in giurisprudenza e con un master in comunicazione che ad un certo punto, stupendo la famiglia e forse anche se stessa, decide di seguire l’eterna voglia di cambiamento, e rivoluziona la sua vita. E se La Mantia da fotoreporter si inventa cuoco, lei si inventa food blogger, quella che oggi è la più seguita d’Italia.
“Iniziare a cucinare senza aver studiato è una cosa che come Filippo ho fatto anche io. Non è stato facile lasciare il lavoro, reinventarsi. Ma, anche questo proprio come è accaduto a mio marito, sono cresciuta in una famiglia amante del cibo. Io a vent’anni ero già sommelier… il rigore e la disciplina mi sono serviti molto quando ho iniziato a lavorare da sola, ti devi dare delle regole!”.
“Ma tu come la fai la caponata” non è un libro di ricette, o almeno non solo. Le ricette sono un pretesto, per raccontare, per raccontarsi, per dare al cibo un valore altro, importante, quell’amore che tra loro ne ha fatto nascere un altro, di amore.
Le risate hanno riempito la sala quando Filippo e Chiara hanno narrato il loro incontro. Una trasmissione, “The Chef”, a cui nessuno dei due, a loro dire, volevano fare. Mesi insieme e poi lontani tanti anni, fino a una telefonata in cui La Mantia confida alla Maci di star per aprire un ristorante a Milano. Il resto è un meraviglioso “inghippo” di ironia e privacy… non tutto va svelato, ma quel che è certo è che la famiglia ce l’hanno nel cuore, quella formata da loro due, con il piccolo Andrea (il racconto di un battesimo in stile matrimonio in Sicilia è stato degno di uno sketch cinematografico), ma anche quella da cui provengono.
“Se penso alla cucina – dice La Mantia – penso a mia madre”.
E poi c’è la romantica e letteraria figura del nonno, amante delle moto (ecco da chi lui ha ereditato la passione), con il giubbotto di pelle, che lo portava al mercato di Vucciria tutti i sabato mattina. “Mi masticava il cibo e me lo dava” rammenta l’oste e cuoco, e questo svela la passione e il sentimento con cui oggi vive la cucina e il suo mestiere.
“La gente ha bisogno di vedersi raccontato il piatto e io lo faccio. E quando lo faccio mi trasformo in cantastorie. Noi cuochi dobbiamo mantenere l’ospitalità italiana, quella di una volta, quella che ci caratterizza!”.
E a proposito di “una volta” eccolo di nuovo nei panni di Raimondo Vianello, a stuzzicare la giovane età di Chiara Maci: “Io sono del 6o e negli anni Settata se volevi conquistare una donna dovevi andare a suonarle il campanello… Io faccio parte della generazione dell’impatto totale, non come questi giovani che ‘spippolano’ coi telefonini”!
E poi ancora Filippo La Mantia incanta il pubblico con una narrazione che suggestiva è dire poco del rumore del frullatore che solo a sentirlo ti accresce l’ego… ma ecco che arriva la caponata, protagonista del libro e delle loro vite, ma soprattutto sinonimo di un concezione straordinaria sul cibo e di chi del cibo ne fa un mestiere.
“Avevo tolto la caponata dal menu invernale, ma continuavano a chiedermela. La caponata è il piatto che nessuno mai mi ha criticato, anche se è senza cipolla. Così oggi è l’unico piatto fuori stagione che tengo sempre in menu. Niente, continuavano e continuano a chiedermela… ormai è un piatto che non appartiene più a me, appartiene a loro, ai clienti!”.
Senza parole… applausi…
Ed ecco a voi una parte della meravigliosa serata a Pordenonelegge.it 2018: Chiara Maci e Filippo La Mantia presentati da Valentina Gasparet.