L’apertura del Caffè Sacher Trieste è stata una sorpresa. In tutti i sensi, dato che da mesi in città si sapeva del suo arrivo, ma non c’era nessuna data ufficiale di inaugurazione.
Dopo intrepida attesa, finalmente la data zero è arrivata e il 1 giugno 2023 il Caffè ha aperto le porte. Una data importante, perché l’Hotel Sacher di Vienna, per la prima volta, ha deciso di espatriare.
Dopo la filiale aperta a Salisburgo e i Cafè Sacher di Graz e Parndorf, infatti, tocca ora a Trieste ospitare, nel cuore del suo salotto pedonale, il prestigioso Caffè Sacher (no, non è una svista: in Italia ci va la doppia “f”).
D’altronde non sarebbe potuta andare diversamente. Non poteva che essere lei, la città più asburgica d’Italia, ad ottenere questo primato.
Trieste città asburgica.
A Trieste tanto, se non quasi tutto, racconta dei tempi in cui la stessa era il più importante porto dell’impero asburgico, degli sfarzi dell’epoca e di come abbia avuto la possibilità di crescere e ampliarsi in breve tempo grazie all’impero.
Non a caso, infatti, uno dei quartieri storici della città è stato costruito attorno alla metà del XVIII secolo proprio su volere dell’Imperatore Carlo VI e, dopo la sua morte, dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria dal quale prende il nome: Borgo Teresiano.
E come in un cerchio che si chiude, proprio lì, in una via del Borgo è approdato il primo Caffè Sacher italiano.
Caffè Sacher Trieste: il sogno di Dizzi Alfons diventa realtà.
La location è quella che per più di un secolo ha ospitato uno dei locali storici della città: il negozio di calzature Rosini.
Ma qual è stato l’anello che ha reso possibile questo inaspettato matrimonio?
Le vetrine vuote e spoglie di quella cessata attività hanno attirato l’attenzione di Dizzi Alfons, raffinato ed eccentrico imprenditore austriaco trasferitosi da poco a Trieste assieme al suo inseparabile bassotto dal manto color foglia secca.
Per qualche tempo, passandoci davanti, l’idea di vedervi nascere un Caffè Sacher è per lui solo un sogno fino a quando, per la sua prima esperienza da imprenditore di un locale, sceglie di firmare un contratto di franchising con la famiglia Winkler and Gϋrtner, proprietaria dell’Hotel Sacher di Vienna, facendo diventare quel sogno realtà.
La location del Caffè Sacher Trieste.
Entrando si è immediatamente avvolti da un’atmosfera signorile, elegante, quasi d’altri tempi. Divanetti in morbido velluto rosso, tavolini in lucido marmo nero, un particolare bancone specchiato, e la scelta vincente di mantenere alcuni degli arredi originali dei locali, regalano un perfetto quadro d’insieme.
I quattro tavolini posizionati nelle altrettante vetrine, che permettono di gustare un caffè e una fetta di torta con vista (e in vista!) sulla via pedonale, possono essere o meno di gradimento. Ma l’idea di assaporare una fetta di torta Sacher, magari in un freddo pomeriggio di dicembre, ammirando la frenesia della città vestita a festa non sembra poi così malvagia.
La torta Sacher…
Ma veniamo a lei, la protagonista indiscussa, la torta Sacher. A crearla fu, nel 1832 l’allora apprendista pasticciere Franz Sacher, che la inventò per il Principe Klemens von Metternich.
Due strati di morbido pan di spagna al cioccolato leggero, divisi da un sottile strato di confettura di albicocca, il tutto ricoperto da una glassa al cioccolato fondente. Questo è ciò che possiamo dire, nulla di più dato che la ricetta originale è, ancora oggi, assolutamente segreta.
La torta, ai tempi, era servita con della panna montata non dolce ed accompagnata da un tè o un caffè, per accontentare chi la considerava troppo secca per essere mangiata da sola.
Al Caffè Sacher Trieste tale tradizione si è mantenuta; la fetta di torta Sacher viene infatti servita con una soffice nuvola di panna montata non dolce.
Il sodalizio del boccone perfetto: il pan di spagna, leggermente inumidito dalla panna, si scioglie in bocca esaltando subito la dolcezza della confettura di albicocca che, prima di dissolversi, abbraccia la glassa al cioccolato fondente, in un’armonia di sapori e consistenze da cui rimanere rapiti.
Come alternativa alla fetta è possibile optare per i cubotti di torta Sacher, per una porzione più contenuta dedicata al solo assaggio.
La torta Sacher viene venduta anche per asporto confezionata intera (tre le grandezze disponibili), a fetta singola o a cubotti.
… e gli altri tipici dolci e caffè viennesi.
Il Caffè Sacher Trieste offre anche diversi caffè tipici viennesi caldi e freddi, cioccolate calde, colazioni e cene, champagne, aperitivi e una particolare scelta di prosciutti istriani e friuliani.
Di sicuro il Caffè Sacher non è da considerare e da vivere come un classico bar dove la mattina si beve al volo un caffè prima di andare al lavoro, anche perché la consumazione al banco non è permessa.
È più uno di quei luoghi che si frequentano quando si ha voglia di una coccola, quando i ritmi della giornata non sono scalmanati ma pigri e docili.
Sì, perché mangiare, anzi assaporare, una fetta di torta Sacher è un’esperienza culinaria e come tale va goduta. Tutta.
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L’articolo mette davvero voglia di farci un salto…, mi è venuta l’acquolina in bocca!
Davvero una bella “penna”!
Grazie mille…, mi fa piacere sapere che l’articolo ti ha fatto venire voglia di andarci!