Antonia Klugmann. Sorridente e dolcissima. Così è salita sul palco di Pordenonelegge 2018. Bellissima, fuori ma soprattutto dentro, con quella serenità che le dona uno sguardo più luminoso che mai.
Forse chi l’ha vista e la vede solo come prima giudice donna di Masterchef Italia quasi quasi non l’ha riconosciuta, ma lei è così: “Di cuore e di coraggio“, proprio come si racconta nel suo libro.
Il coraggio è quello di una donna che lascia tutto per studiare da cuoca e, dopo un lungo e appassionato percorso, apre l’Argine a Vencò, il suo ristorante. Il coraggio è quello di mettersi in gioco, anche a Mastrechef sì, un mondo tanto diverso dal suo, un’esperienza che le ha donato tanto e ha portato dentro e fuori di lei dei cambiamenti positivi.
Ma il coraggio è soprattutto quello di seguire il suo cuore, ascoltare se stessa. “A un certo punto – racconta – ho capito che le uniche due cose che mi facevano stare bene, che mi rendevano felice erano cucinare e vivere in mezzo alla natura. A Vencò ho tutte e due queste cose: la natura mi offre le erbe e i prodotti che poi porto in cucina e spesso è proprio la natura, con i suoi profumi e colori, che mi regala le idee per i miei piatti”.
Il profumo di un prato di primavera appena tagliato ha di certo inebriato chiunque di noi, ma a lei, che nel cuore ha la passione delle creazioni culinarie, il prato ha raccontato qualcosa di più: “Ho inalato quella fragranza di primavera e ho guardato tutte le violette che tappezzavano il mio giardino. Ho pensato che dovevo assolutamente trasformarle in un piatto”. E’ così che la primavera nel piatto Antonia Klugmann la ha portata con la sua polentina verde allo sclopit: burro e sclopit frullati con cui poi manteca la polenta colorandola di un verde brillante, che sul piatto arriva guarnita con panna acida, semi di papavero e… le violette di campo!
Non ha paura di svelare i segreti delle sue ricette, perché la differenza la fanno le mani e il cuore. Quel cuore che a lei fa amare ogni cosa della natura, del bosco, dell’orto, e la fa meravigliare e rispettare persino quelle che noi consideriamo erbacce.
“Il cliente – svela la chef – percepisce le erbe che io uso come dei particolari nel piatto, perché forse non sono più usuali nei ristoranti. Io utilizzo quelle che quasi tutti definiscono erbacce, quelle che cerchiamo di estirpare perché rovinano il prato inglese: il trifoglio, la portulaca, il farinello… Ho letto un libro che mi ha cambiato la vita, ‘L’elogio delle erbacce’, che mi ha fatto capire che il nostro punto di vista è influenzato dal luogo in cui viviamo. Le erbacce in realtà hanno condizionato la storia dell’umanità da sempre, hanno condizionato l’agricoltura e loro stesse si sono modificate per cercare di sopravvivere ai nostri tentativi di estirparle.
L’osservazione di quello che sta fuori dalla cucina è diventato il modo in cui la mia cucina si alimenta e si sviluppa nel corso nel tempo: le cose che vedo, le cose che studio, le cose che raccolgo…
Da questa grande ammirazione per ciò che sta fuori da me, l’orto, il bosco, il prato , il fiume, è derivato anche il desiderio di non sprecare. Oggi si parla molto di non spreco ma io ci sono arrivata attraverso la bellezza e anche la fatica, perché chiunque ha anche solo un piccolo orto o angolo di giardino, sa che per avere un fiore o un frutto ci vuole tanta fatica. Lo stesso vale per il broccolo o il cavolo verde… Se spogliamo le verdure da questa connotazione strana che dipende dal mercato di oggi , questo rendere oggetti inanimati le verdure, e pensiamo invece al lavoro che c’è dietro, automaticamente diventiamo rispettosi e pensiamo a un menu che cerchi di recuperare tutto, ogni parte di una verdura o di un frutto…”
Antonia Klugmann è un’entusiasta, della cucina, della vita. Una donna che vede la bellezza attorno a sé e da cui si fa ispirare. E’ questo amore che la rende unica, è il suo saper guardare i doni meravigliosi della natura che dona alla sua creatività sapori ineguagliabili.
Grazie per aver portato il pubblico in questo splendido e prodigioso mondo. E se è vero che chi vuole conoscere davvero chef Klugmann, come lei stessa dice, deve assaggiare i suoi piatti, ieri ha concluso la sua intervista con un messaggio forte, quella scelta che ha cambiato la sua vita e la ha fatta diventare la donna dolce e serena che è:
“Dobbiamo assolutamente capire cosa ci fa stare bene e fare di tutto per ottenerlo!”
Il risultato è “semplicemente” questo sorriso: