Alla cinquantesima edizione della Barcolana, la regata più grande del mondo, non potevano mancare alcuni dei più grandi chef d’Italia e così, quest’anno, Barcolana Chef ha portato la regata anche a tavola e l’acqua, questo il tema del menu, ha preso vita in una “gara” di gusto che nemmeno la velocità spinta dalla bora più forte crea la stessa ebbrezza.
Accolti all’Harry’s Piccolo Restaurant & Bistrò, ieri sera, 10 ottobre 2018, 12 cuochi si sono infatti riuniti nel suggestivo palcoscenico di Piazza Unità, ciascuno con la sua creazione culinaria che, tutte insieme, hanno declinato l’acqua in colori, sapori e consistenze che sicuramente gli ospiti presenti non dimenticheranno presto.
Quando la terrazza dell’Harry’s si è popolata a festa, nemmeno un piacevole vento ha mancato di accarezzare la serata, un bacio preludio delle sorridenti ma mansuete raffiche che tutti attendono per la cinquantesima regata di domenica.
10 show cooking in contemporanea (Matteo Metullio e Davide De Pra immancabile coppia come all’Harry’s e a La Siriola) e la Torta Barcolana di Antonio Tufano (Harry’s Piccolo) a dare la buona notte con fuochi d’artificio al cioccolato, mentre il ricavato volava, ciliegina degna di nota su quella torta, in beneficenza all’Ospedale pediatrico Burlo Garofalo di Trieste.
Percorso degustazione guidato dai numeri, sul menu e sui simpatici mini ticket da consegnare ad ogni portata; 11 il numero perfetto per il dolce finale. Sì, perché per chi non lo sapesse, l’11 in numerologia è il numero “portale”, quello portatore di energie cosmiche trasformative. E se con la Torta Barcolana Antonio Tufano quella cosmica forse non ha voluto azzardare a scomodarla, di sicuro l’energia della golosità e della felicità la ha portata non solo nel piatto.
E golosità e felicità sono state letteralmente “stellate”; i nomi dei cuochi presenti, accanto a Metullio, De Pra e Tufano, parlano da sé: Franco Favaretto, Eugenio Boer, Giancarlo Morelli, Alfio Ghezzi, Antonia Klugmann, Pino Cuttaia, Caterina Ceraudo, Claudio Sadler e Luigi Taglienti.
Menu alla mano, c’era chi seguiva ligio il percorso consigliato, dall’1 al 10, mentre gli chef raccontavano le loro preparazioni. Ma c’era anche chi invece giocava a scegliere le station degli show cooking creando un percorso personalizzato, mentre gli obiettivi di cellulari e macchine fotografiche eternavano volti e piatti.
E così, accanto ai ricordi impressi in foto e video, quella golosa felicità forse ancora oggi all’Harry’s Restaurant ha lasciato un alone di magia al profumo di “acqua”.