Bevanda: una dimora Relais & Châteaux baciata dal mare di Opatjia

Bevanda Relais & Châteaux a Opatjia

Ho deciso di fare un viaggio assieme a voi. Di condividere il ricordo di una serata a cena fronte mare, in Croazia.

Lo so che ora l’incertezza sul domani ci porta alla sola consapevolazza che l’inizio, il nuovo inizio, sarà duro, perchè dovremmo prendere confidenza con le distanze, con i camerieri che probabilmente indosseranno le mascherine, con un alone di paura che per un po’ ci farà compagnia.

Ma l’incertezza non deve mai farci smettere di sognare e allora, quando poi davvero andrà tutto di nuovo bene, quato viaggio virtuale che sto per raccontarvi, vi consiglio di farlo davvero!

Intanto, buona lettura!

Ristorante Bevanda ad Abbazia

Chiudete gli occhi e immaginatevi di passeggiare lungo una stradina che costeggia il mare, poco prima del tramonto, con il sole che ancora un po’ pizzica la pelle e il vento estivo che porta vicino il rumore delle onde.

Il paese che affianca la via brulica di turisti; ad ogni angolo pizzerie, bar e locali rallegrati da musica, chiacchiere e tintinnii di posate e piatti. Lungo il cammino un porticciolo antico vi saluta abbracciato e protetto da pini marittimi e, poco oltre, una graziosa minuta abbazia innalza fiera la sua piccola “torre”, che presto suonerà a note serali le campane.

D’un tratto la passeggiata che lambisce il mare pare voltare alla fine e laggiù, nella punta di terra più lontana che bacia l’acqua, immaginatevi di scorgere una struttura bassa ma elegantemente imponente, bianca, di fattezza moderna; un design snello con tante vetrate che scintillano creando giochi di luce tra terra e cielo.

Vi avvicinate ancor di più e vi accorgete che quel luogo sembra adagiato sulle rocce, spalle alla terra ferma e volto all’acqua a salutare il sole che sta per colorare la azzurra distesa salata di ogni sfumatura di arancione.

Dopo una giornata stesi a rosolarvi sotto i raggi cocenti, desiderate rilassarvi al fresco, e cenare in un luogo un po’ distante dalla confusione “cittadina”, magari guardando il mare… e forse quello è il posto giusto. Decidete di andare a scoprirlo…

Ora riaprite gli occhi, e venite con me. Siamo in Croazia, ad Opatjia (Abbazia) e Bevanda domina la punta di terra che si inabissa nel mare: bar, ristorante ed hotel che regalano ancora più magia a questa graziosissima ed elegante cittadina, nota meta turistica.

E’ proprio il posto giusto, sì, per godere di una serata rilassante seduti a un tavolo, mentre lo sguardo si perde fino alla linea dell’orizzonte che mescola e confonde mare e terra.


E magari salutare i pescatori che partono per la “cattura” notturna.

Quando arrivate davanti all’entrata della struttura, vi accoglie il bar, con un lungo bancone in legno chiaro, musica morbida di sottofondo e luci sempre più soffuse mano a mano che il sole cede il suo scettro alla luna.

Qui la proposta è “snacks and beverages” per ogni ora del giorno, ma potete anche gustare un drink in attesa di accomodarvi al ristorante: la carta è davvero varia e per tutti i gusti, dai vini ai cocktail, dagli analcolici alle birre…

E le sorprese non sono finite, anzi, forse devono ancora iniziare; e per saperlo, basta varcare la porta d’entrata del ristorante.

Bevanda è una “dimora” Relais & Châteaux  e il profumo di quella grande famiglia si respira in ogni angolo e dettaglio: un’alchimia da cui non potrete non essere ammaliati.

E’ Relais & Châteaux che definisce le sue strutture dimore, perché è un termine che ha un valore speciale, di qualità nel senso più profondo del termine: “un luogo accogliente, caloroso, dove ci si sente a casa propria; un luogo con delle radici, una storia, un radicamento nel territorio; un posto in cui ritrovare chi ci somiglia, i nostri cari, e nel quale vivere momenti speciali in famiglia”. E tutto questo Bevanda lo rispecchia tanto quanto il mare si riflette sulle sue grandi e meravigliose vetrate.

Non mente Relais & Châteaux quando scrive che “il Maître de Maison è percepibile ovunque, che condivide con ogni ospite ciò che lo lega alle sue radici, alla sua cultura, alla sua terra e gli dona, come farebbe con un membro della propria famiglia, le chiavi del suo universo”.

Klaudio Jurcic, F&B Manager e Sommelier, è proprio così, persino disponibile ad aprire le porte dei segreti della sua casa: la cantina, con oltre 800 etichette, dai vini locali ai vini francesi, passando per gli champagne e gli orange.

Ma lo speciale valore della “dimora”  non sarebbe completo senza tutti ed ognuno dei componenti dello staff; grazie a loro la cura è in ogni minimo dettaglio,.

Laciamoci allora coccolare dai sorrisi e attenzioni e, intanto, apriamo il menu.

Signorile ed elegante, ci accoglie con un breve scritto su James Joice, e poiché nulla è lasciato al caso, Bevanda ha deciso di ricordare ed onorare tutti i personaggi che nel lontano o più recente passato hanno visitato Opatjia. E così anche le dieci camere dell’hotel prendono i loro nomi: Gustave Malher, Isadora Duncan, Albert Einstein, Giacomo Puccini, Vladimir Nabokov …

Mare o terra, pesce o carne, crudo o cotto: a voi la scelta, perché, qualunque essa sia, qua si punta sulla ricerca di prodotti di alto livello, tra cui non mancano quelli italiani, ovviamente, quelli della tradizione locale, e finanche una selezione di formaggi francesi. Ed ovviamente il pescato del giorno!

E’ un tango, sensuale, armonioso e coinvolgente, per gli occhi e per il palato.

E fatevi stupire fino alla fine già che ci siete: unicità e preziosità anche per il digestivo: made in Croazia d’eccellenza con un “Antique Palinkovac” Badec.

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IDEATORE E AMMINISTRATORE DI RISTORHUNTER - Giornalista pubblicista e scrittrice, Francesca è felicemente ossessionata dai racconti e dal potere delle storie: se infatti nessuno è in grado di contrastare la forza di gravità esercitata dalle storie, lei ne è sin dai primi anni di vita la prima vittima. Docente di "arte della narrazione" (anche applicata al mondo enogastronomico), che ama in verità definire "scrittura emotiva", crede che sia assolutamente vero che "Dio creò l'uomo perché gli piacciono le storie". Per Francesca insomma la scrittura è una cosa seria, perché scrivere significa dire quello che non riusciamo a dire e perché la scrittura è "un atto di conoscenza che si maschera di finzione".

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