Chiamarlo solo fico non gli rende giustizia. Il FigoMoro è un prodotto tipico di Caneva, piccolo comune del Friuli Venezia Giulia, in provincia di Pordenone.
Coltivato sin dal XIV° secolo e ritenuto frutto pregiato per le sue proprietà energetiche e medicali, è un frutto la cui buccia diventa marrone-viola e poi tende sempre più al blu mano a mano che aumenta la maturazione.
Da qui il suo nome: Figo Moro!
E’ un fico dalle dimensioni piuttosto piccole (30-35 cm), una sorta di “botte piccola dal vino buono”, come a me piace definirlo. Sì, perché la sua polpa è più dolce che mai: rossa cardinale, abbracciata dal bianco dell’interno buccia, che, quando apri il frutto, sprigiona un profumo intenso e mieloso.
La sede inattesa di sapori particolari, però, è la buccia, madre di un potente tenore zuccherino, dovuto alle rotture naturali della buccia stessa, che poi si auto sanano.
I più saporiti sono quelli del secondo raccolto, verso fine agosto, quando peraltro è possibile visitare le piantagioni, raccogliere i frutti e assaporarli in occasione della manifestazione “In campagna col FigoMoro“.
Ma c’è di più! Il FigoMoro, frutto bio al 100%, diventa anche “trasformati”. Grazie all’opera del Consorzio FigoMoro da Caneva, infatti, è possibile gustare i fichi tutto l’anno, non solo sotto forma di classici e intramontabili fichi secchi, o lavorati in dolcissime e scure marmellate, ma anche in decine di composte: da quella col peperoncino al CiocoMoro, una crema al cioccolato i cui fichi conferiscono un’amabilità desueta. E poi c’è la Figolina, le Gelee… 16 in tutto e tutte da provare.
Così, fresco o in composta, il FigoMoro si adatta a qualsiasi ricetta, dolce o salata.