Franz Haas: vini “d’autore” da sette generazioni

Franz Haas vini da sette generazioni

Il mondo del vino

Profumi e sentori che raccontano delle storie, che anticipano il gusto… Annusate e immaginate un mondo: questo è il vino!

Non sono una sommelier e non so individuare tutte le sfumature delle sostanze volatili odorose che “tecnicamente” fanno di una “bottiglia” un prodotto unico. Un giorno ho annusato e immaginato un mondo, in un bicchiere, e la storia che i profumi di quel nettare giallo dorato hanno infuso nella mia mente mi è piaciuta. L’aroma floreale è esploso nell’aria ancor prima che avvicinassi il naso al calice; un aroma così intenso che raramente ho percepito. E poi la fragranza è esplosa sul palato: rosa, lichis… e un retrogusto di anice e cannella.

Un gewürztraminer 2015: è stato lui a conquistarmi. E che cacciatrice di sapori sarei se non avessi desiderato in quel momento scoprire cosa c’era dietro quell’essenza odorosa?

E così… ho bussato alla porta di Franz Haas!

Franz Haas

Franz Haas

Siamo a Montagna di Bolzano: 55 ettari vitati, suddivisi tra vigneti di proprietà (10), vigneti in affitto (25) e vigneti di conferenti (20).

Franz Haas Montagna di Bolzano

L’azienda Franz Haas nacque nel 1880, fondata da Franz Haas e tramandata da sette generazioni a… Franz Haas! Forse ai più parrà desueto, ma io trovo straordinaria questa tradizione di famiglia, perché profuma di continuità di una passione profonda, di amore per il proprio mestiere e per la propria terra.

Oggi il padrone di casa è Franz Haas VII, che, come tutti i predecessori, con onore e orgoglio ha ereditato, oltre al proprio nome, la conduzione dell’azienda… e magari non vi capiterà facilmente di incontrarlo quando vi recate là per degustare e acquistare i vini direttamente dalla cantina. No, perché lui è uno straordinario burattinaio dietro le quinte, la “grande mano” che con dedizione e impegno ha migliorato ancor più la qualità dei vini che oggi offre la carta.

Guardate queste botti:

Franz Haas

Base rovere e pareti in castagno. Quando era bambino e le puliva, Franz Haas notò un retro odore a suo sentore un po’ sgradevole… da quel momento non furono più usate,  e da allora ogni vitigno ha la sua botte (mai usate per più di 5 volte), ogni vino le sue vasche di fermentazione, perché “la cura della vigna prima e della cantina poi, fa qualitativamente la differenza”!

Così le uve oggi sono lavorate in cantina con i rigorosi metodi della tradizione, ma con l’utilizzo delle più moderne tecnologie enologiche e in questo modo nascono vini…. No, prima di parlarvi dei vini ammirate la cantina, perché proprio qua, tra botti e vasche, voglio svelarvi un altro segreto, un altro ingrediente che trasforma la “ricetta” dei vini Haas in inimitabile ed eccellente.

 

In verità è più di un segreto che mi piace potervi rivelare; voglio che voi, come è successo a me, grazie alla straordinaria e attenda guida di Manfred Micheletti, facciate un viaggio che parte da qui, dalla cantina, dagli odori di legno e uva, passando attraverso la storia della famiglia Haas (che Manfred narrava mentre ci aggiravamo tra i sentieri disegnati da fusti e botticelle), per arrivare infine a loro, alle bottiglie etichettate e pronte all’assaggio … perché poi quel vino lo degusterete con una consapevolezza diversa, sapendo realmente cosa c’è dietro un calice pieno di nettare, paglierino, ambrato o nero che sia…

Fermate lo sguardo sull’ultima foto: sul fondo, oltre le fila di botti, c’è qualcosa di curioso e strano…

Ma prima, voltatevi a destra, et voilà:

Franz Haas
Non è un’opera d’arte di un artista moderno e singolare. Sono le altitudini, quelle dove sono situati i filari delle uve Haas. E così scopriamo che variano dai 240 ai 1.450 metri e, ovviamente, che ogni altitudine ha un terreno diverso (calcare, argilla, sabbia porfirica…) e microclimi unici.

Ad ogni altitudine il suo vino! Le uve pinot nero, da sempre prodotto di punta della famiglia, sono situate tra i 300 e i 900 metri (qualità superiore a 900), il merlot tra i 250 e 300, il gewürztraminer tra i 350 e i 600, esposto a sud ovest in un terreno ad alta percentuale di ciottoli…. E ancora pinot bianco, pinot grigio, riesling, moscato, sauvignon, lagrein: per tutti questi vitigni l’obiettivo è ottenere grappoli qualitativamente superbi e dunque… vini superbi. Superiorità ed eccellenza che Franz Haas tasta proprio qui, di fronte al “quadro” delle altitudini…

Franz Haas

A questo tavolo riunisce anche lo staff, perché il vino, il suo gusto, è anche soggettivo. Chiede “Ti piace? Che ne dici?”, come un padre che chiede l’opinione dei propri figli. Lavorare qua significa forse far proprio un po’ parte della famiglia…. e da un sorso può nascere un’idea, un quid in più da donare alla prossima annata.

 

Ed ora incamminiamoci verso quella parete curiosa in fondo alle botti….

 

C’è un altro genio creativo che caratterizza le bottiglie Haas e sono le etichette.

Il genio è quello di Riccardo Schweizer, artista trentino che collaborò con Picasso, Chagall e Le Corbusier. Fu lui a donare a Maria Luisa Manna, moglie di Franz Haas, le etichette che oggi vedete sui vini e così, anche le etichette narrano un pezzetto di storia della famiglia Haas e il Manna, assemblaggio di cinque uve (Riesling, Kerner , Sauvignon, Chardonnay e Traminer aromatico), uscito come prima annata nel 1995, è oggi il cuvée singolare che la cantina propone e che occhieggia con il proprio personale “vestito”, mentre il pinot grigio si distingue, adornato con l’etichetta Lepus (dal latino “lepre”, perché sullo stemma di famiglia è da sempre riportato anche un leprotto), e il pinot nero sovrasta con sfondo nero e scritta d’oro!

 

Benvenuti nella sala degustazioni… un trionfo di gusti e colori, profumi e sentori…

Franz Haas

 

Qua, comodamente seduti e avvolti da pareti a specchio da cui ammiccano centinaia di bottiglie, potrete passare da aromi piacevoli, intensi e dal retrogusto fortemente persistente del Traminer alla personalità decisa e alla piena persistenza del Pinot grigio. Potrete essere travolti dal rosso profondo e intenso del Lagrain, preferire i tannini massicci o quelli più vellutati; oppure innamorarvi del rosè e farvi attrarre e sedurre dallo Schiava “Sòfi” (figlia di Haas!), un moscato rosa  dolce e speziato ma non stucchevole.

Insomma, così iniziò e così finisce la mia storia… Annusate e… non serve più immaginare… perché questo è il mondo di Franz Haas!

 

Franz HaasFranz Haas cantina

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Nella vita non contano i passi che fai, né le scarpe che usi, ma le impronte che lasci”

Cantine Franz Haas – Via Villa, 6, 39040 Montagna BZ

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IDEATORE E AMMINISTRATORE DI RISTORHUNTER - Giornalista pubblicista e scrittrice, Francesca è felicemente ossessionata dai racconti e dal potere delle storie: se infatti nessuno è in grado di contrastare la forza di gravità esercitata dalle storie, lei ne è sin dai primi anni di vita la prima vittima. Docente di "arte della narrazione" (anche applicata al mondo enogastronomico), che ama in verità definire "scrittura emotiva", crede che sia assolutamente vero che "Dio creò l'uomo perché gli piacciono le storie". Per Francesca insomma la scrittura è una cosa seria, perché scrivere significa dire quello che non riusciamo a dire e perché la scrittura è "un atto di conoscenza che si maschera di finzione".

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