Un’inedita esperienza culinaria è la promessa de “Il Mannarino”: una macelleria che si trasforma in un paradiso per gli amanti del cibo.
Qui, il concetto di macelleria prende una svolta inattesa, trasformandosi in un luogo dove la tradizione si fonde con l’innovazione. Cammineremo tra i profumi avvolgenti delle carni di alta qualità, ma non è tutto: “Il Mannarino” è molto di più di una semplice macelleria.
Perché Gianmarco Venuto e Filippo Sironi hanno ripensato il mondo della ristorazione, portando una
ventata di freschezza e autenticità in un settore sempre più competitivo. Preparatevi a lasciarvi guidare in un viaggio culinario emozionante che vi porterà a scoprire il vero significato del cibo e della convivialità.
A condurci nel viaggio sono proprio Gianmarco e Filippo.
Come è nata l’idea di creare “Il Mannarino”?
“Durante le nostre vacanze agostane di qualche anno fa cercavamo un momento di decompressione prima di rientrare in città e al lavoro. Abbiamo scelto la Puglia e visitandola da nord a sud abbiamo notato che in tutta la regione ci sono delle macellerie con cucina informali. Qui puoi scegliere ciò che desideri mangiare e pagare un prezzo equo. Ci ha colpito profondamente e negli anni a seguire continuavamo a pensare che a Milano, o altrove, non esistevano posti simili. E alla fine… ci siamo concentrati cuore e anima sullo sviluppo di ciò che sarebbe diventato poi “Il Mannarino“.
Abbiamo aperto il primo punto vendita a Milano nel 2019. Da lì, abbiamo pianificato e ampliato progressivamente, acquisendo conoscenze e competenze nel settore. Ci siamo dedicati allo studio dei prodotti, dei processi e delle dinamiche legate alla formazione del personale. In breve, abbiamo investito molto sul come fare per creare un’azienda completa, anziché un semplice ristorante”.
Ci potete svelare la vostra strategia?
“Specie negli ultimi anni il panorama della ristorazione in Italia è stato fortemente rivoluzionato. Ciò che era una volta un settore aperto all’improvvisazione è ora diventato incredibilmente competitivo. Anche la pandemia ha fatto del suo, agendo quasi come un filtro, eliminando chi non era preparato.
È stato un cambiamento positivo, portando nella nuova concezione di ristorazione una maggiore qualità nell’offerta e, soprattutto, a condizioni di lavoro più eque per i dipendenti. È una trasformazione che ha reso il settore più stimolante e promettente che mai.
Per quanto riguarda Il Mannarino, abbiamo riconosciuto questa opportunità e ci siamo concentrati su di essa. Ciò che ci distingue è la nostra ampia gamma di servizi, che spazia dalla macelleria alle spedizioni. Vogliamo raggiungere un pubblico il più ampio possibile, sia attraverso la vendita di carne di alta qualità che attraverso la creazione di menu ristorativi unici.
La nostra strategia si basa sulla scelta accurata dei prodotti. Per noi, è fondamentale selezionare i migliori prodotti e collaborare con produttori di fiducia. Siamo sempre alla ricerca di nuove opportunità di crescita e di ulteriori miglioramenti nella nostra offerta”.
Come descrivereste l’esperienza unica che offre Il Mannarino?
“Il Mannarino non è solo un negozio di carne, ma un’esperienza culinaria che unisce tradizione e
innovazione.
I clienti possono fare la spesa e cucinare a casa o scegliere prodotti direttamente dal bancone per gustarli nel ristorante con contorni, antipasti, vini e birre.
I nostri macellai, chiamati affettuosamente “mannarini”, svolgono un ruolo fondamentale, offrendo prodotti di alta qualità e preziosi consigli culinari. I clienti infatti spesso chiedono suggerimenti su come preparare specifici tagli di carne o esplorare salsicce invitanti, incoraggiando uno scambio di conoscenze che è parte integrante della nostra filosofia.
La selezione dei prodotti enfatizza la varietà e la collaborazione con piccoli produttori, offrendo autentiche prelibatezze regionali come Bombette, la Zampina di Sammichele, gli arrosticini abruzzesi e le salsicce a punta di coltello: un viaggio attraverso i sapori del sud Italia.
Inoltre, c’è una vasta selezione di costate fiorentine, tra cui una speciale che cambia mensilmente per soddisfare una gamma di gusti, da quelli magri a quelli più succulenti.
Testiamo la qualità della carne settimanalmente per garantire la massima freschezza e qualità. Un laboratorio interno consente un controllo completo sui prodotti, assicurando un’esperienza culinaria indimenticabile per i clienti.
Inoltre, abbiamo creato un “club di buongustai” con amici, collaboratori e colleghi: ci incontriamo regolarmente nei negozi per testare continuamente prodotti e rimanere aggiornati sulle ultime tendenze. Questa comunità contribuisce a mantenere gli standard di eccellenza che i clienti si aspettano e a offrire esperienze gastronomiche sempre nuove”.
Raccontateci meglio la figura dei “mannarini”.
“Questi macellai, presenti nelle nostre 13 macellerie, guidano i clienti attraverso il banco carne, garantendo freschezza e qualità. Ogni “mannarino” è un esperto altamente addestrato e appassionato che accoglie i clienti e condivide le differenze e le qualità dei nostri tagli di carne. Non usiamo prodotti congelati, solo carne fresca e di alta qualità. Manteniamo la freschezza rimpiazzando i prodotti esauriti con altri freschi, soddisfacendo la domanda dei clienti.
I “mannarini” sono fondamentali. Devono conoscere approfonditamente i nostri prodotti e sono disponibili per spiegarli ai clienti e rispondere alle domande.
Praticamente il “mannarino” è il primo “menu” che i clienti vedono nei negozi, rappresentando l’approccio autentico della nostra esperienza culinaria. Immaginate di entrare nella cucina di un ristorante e vedere i tagli di carne: questa è l’esperienza che offriamo, con il “mannarino” a guida in questo viaggio di sapori e qualità”.
Come bilanciate la regionalità e l’autenticità dei vostri prodotti mentre espandete la vostra offerta in diverse regioni?
“Sin dall’inizio abbiamo cercato un equilibrio tra regionalità e autenticità, indipendentemente dalla zona geografica. Vogliamo offrire un’esperienza “alla Mannarino” che conservi le radici del sud Italia, ma che soddisfi i gusti dei clienti ovunque si trovino.
La nostra identità è legata alla selezione di prodotti italiani che siano deliziosi e sfiziosi, inclusi piatti provenienti da diverse regioni italiane. Includiamo anche carni dall’Argentina e dall’Irlanda, ma sempre con un tocco “in stile Mannarino” nella preparazione e presentazione. Ci concentriamo sulla comprensione dei gusti dei clienti grazie ai dati sul consumo.
La nostra offerta è trasversale, adatta sia agli amanti della carne che ai vegetariani e vegani, con antipasti e contorni totalmente vegetali”.
Qual è il piatto simbolo del Mannarino, quello che rispecchia a pieno la vostra identità?
“Senza dubbio la Bombetta è il piatto che più ci caratterizza e che abbiamo contribuito a rendere un vero e proprio simbolo del Mannarino.
Negli ultimi 7-8 anni la bombetta è diventata una vera e propria tendenza estiva e milioni di visitatori si portano con sé il ricordo e il sapore della Puglia, così abbiamo voluto proporla anche noi aggiornandola secondo i gusti contemporanei.
Abbiamo reso le bombette più piccole, colorate e abbiamo sperimentato con gli ingredienti, le panature e il ripieno. Abbiamo cercato di esaltarne il gusto e renderle più adatte a una varietà di occasioni.
È stato un compito impegnativo, specialmente quando abbiamo introdotto varianti di bombette di manzo e tacchino in versioni più light. Spiegare queste innovazioni alle signore giù in Puglia, che le preparano ancora a mano secondo tradizione, è stata una vera sfida!
Tuttavia, con il tempo, siamo riusciti a convincere sempre più mastri macellai e signore pugliesi ad adottare queste nuove varianti. Le bombette rimarranno sempre un prodotto artigianale e questa è una caratteristica che ci rende orgogliosi”.
Nei vostri viaggi alla ricerca di influenze culinarie, ci sono piatti o prodotti che avete scoperto e che potrebbero essere introdotti nel vostro format?
“Assolutamente! Un esempio è la carne di fassona, oppure la “Zampina di Sammichele”, un altro prodotto incredibile che abbiamo introdotto nel nostro format. Lo abbiamo scoperto quasi per caso, grazie a un produttore di Sammichele di Bari. Questo piccolo comune è l’unico luogo dove si produce la zampina. Abbiamo iniziato a portarla a Milano, sempre fresca, e abbiamo notato un crescente interesse da parte delle persone per questo prodotto.
Non ci limitiamo alla ricerca di nuovi piatti e prodotti, ma cerchiamo anche di valorizzare la qualità e la sostenibilità delle filiere. È un aspetto fondamentale del nostro lavoro, e continueremo a esplorare e a introdurre nuove specialità per arricchire la nostra offerta”.
Parlando di voi, Gianmarco e Filippo, c’è un piatto, magari legato all’infanzia o all’adolescenza, che ha contribuito a farvi innamorare del mondo della ristorazione e del buon cibo?
Gianmarco: “La mia passione nasce grazie alla mia famiglia. A casa mia sembra sempre di essere in un ristorante, grazie alla cucina instancabile di mia madre. Anche se mio padre lavora molto e torna solo la sera per cena, lei non si stanca mai di cucinare. Questa passione per il cibo è profondamente radicata nella mia famiglia: i lunghi tempi di cottura delle domeniche, i pranzi interminabili e le tavolate piene di delizie culinarie. Quindi, l’esperienza che mi ha fatto innamorare della ristorazione è stata proprio la gioia di condividere questi momenti speciali legati al cibo con la mia famiglia”.
Filippo: “Quando ero alle elementari e tornavo a casa, mia madre apriva la finestra della cucina e i profumi arrivavano fino alla strada; mentre camminando cercavo di indovinare cosa stesse preparando. Era un momento bellissimo, quasi un gioco. Questo è un ricordo che mi è rimasto impresso fin da piccolo e mi ha fatto apprezzare il cibo in modo particolare”.
Qual è il vostro desiderio più grande riguardo il Mannarino?
Gianmarco: “Per me, il Mannarino rappresenta un luogo di felicità, il più felice che abbia mai frequentato! È un posto dove ci si immerge in un mondo diverso. Dopo una giornata di lavoro, entri qui e gusti cibi deliziosi in un’atmosfera informale. Molti ristoranti nelle grandi città stanno diventando troppo formali per i miei gusti. Da noi, invece, si vive l’autenticità dell’esperienza culinaria, la vera essenza della tavola e il senso di stare insieme. Il mio desiderio è che il Mannarino resti così”.
Filippo: “Il mio desiderio più grande è continuare a esportare questo stile di vita a tavola sia fuori dalla Lombardia che al di là dei confini italiani. Voglio diffondere questo approccio positivo al cibo e alla convivialità, perché credo che sia la chiave per una tavola autentica e appagante. Questo è il mio desiderio più grande”.
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