Il caso Ferragni ha scosso le coscienze di molti. In Bonvesin de la Riva, a Milano, nella casa del grande Maestro Gualtiero Marchesi, quattro pilastri della comunicazione: Aurora Cavallo alias Cooker girl, Chiara Maci, Sonia Peronaci, Margot Schächter e il grande chef Giancarlo Morelli, coordinati dalla direttrice di accademia Carla Icardi, sono pronti ad affrontare uno degli argomenti più caldi del momento: “Etica e social network”.
Numeri che chiedono una legislazione social.
I recenti fatti hanno messo in luce la necessità di iniziare a ragionare sull’elaborazione di una legislazione che regolamenti anche le attività social.
Infatti in un’aula dell’accademia, la Icardi apre il dibattito dando alcuni dati che ci fanno capire quanto non sia più possibile prescindere dalla realtà dei social.
45 milioni di italiani utilizzano i social network, 27 milioni di essi seguono almeno 1 influencer o canale social di un brand editoriale e, 350 milioni di euro, quindi lo 0,02% del PIL italiano, sono il fatturato prodotto dagli influencer.
Testimonianze social.
I cinque ospiti presenti, sommando, sono seguiti da 3 milioni di utenti e pertanto due domande sorgono spontanee: Quali sono i fondamenti dei loro profili social? Quali sono le loro scelte comunicative?
Sonia Peronaci, la più longeva nel mondo social, fondatrice di Giallo Zafferano, ha un approccio tutoriale così accattivante da rendere semplice anche ciò che potrebbe risultare difficile nella realizzazione di una ricetta.
Questo, unito ad una professionalità e serietà nella scelta di prodotti da sponsorizzare, le ha permesso di costruirsi una fanbase duratura nel tempo.
Il punto di forza di Chiara Maci, invece, lo troviamo nella genuinità con cui esprime se stessa attraverso il mondo del food&beverage. Un amore per il cibo che, come lei afferma, da sempre ha respirato dentro casa.
Quando racconta le sue esperienze culinarie, dichiara di fare solo da intermediaria tra il ristorante e gli utenti che la seguono, senza porre nessun giudizio negativo nei confronti del primo ma esprimendo solo il meglio che quel piatto, quel posto o lo chef possono offrire.
Il problema è la serietà dei contenuti.
Margot Schächter, content creator enogastronomica, traduce la sua professionalità con queste parole:
“Il problema non è il mezzo ma la serietà dei contenuti. Anche il settore della comunicazione si è diluito sia su mezzi che su persone come se l’etica fosse insita nel social ma il valore non è il media in sé. Dunque cos’è un contenuto? Dov’è l’etica?
Sta in quello che fai e nel modo in cui lo fai, è l’intenzione, è proprio lei che fa veramente la differenza. Nel mondo del giornalismo il contenuto deve essere di valore e originale, le informazioni che si trasmettono devono essere corrette e provenire da fonti sicure. Oggi queste sono le tre componenti che fanno l’etica”.
Aurora Cavallo , alias Cooker girl, è una giovanissima ragazza in voga su tiktok con 1milione di follower. Ha fatto coincidere il suo stile di vita con quello della cucina. Dalla sensibilità innata, si trova spesso a riflettere sul fatto che bisognerebbe avere una “patente” anche per l’utilizzo dei social in particolare per coloro che hanno molto seguito e infatti afferma:
“Per ogni cosa c’è lo studio invece nei social un po’ ti ci ritrovi anche senza una gran preparazione.
È vero che avere una propria etica dovrebbe già bastare ma noi ci rivolgiamo a tante persone con sensibilità molto diverse, se per me una cosa è normalissima per altre persone è, come si dice oggi, un trigger e quindi, sicuramente, l’attenzione è anche avere la consapevolezza che ci rivolgiamo a tanti individui con approcci differenti”.
Parola a Giancarlo Morelli.
Giancarlo Morelli, chef pluripremiato, si trova a trarre una conclusione ben più che esaustiva: essere collegati costantemente con il mondo non è negativo ma alla base di questo e di ogni persona, è necessario e imprescindibile il rispetto:
“Io sono un cuoco nato in un momento dove i fondi erano la base della vita, oggi il diritto che la comunicazione ha dato è quello di proporre una cucina più immediata, il tempo è stato cancellato.
Ma la cucina ha bisogno di tempo, di passione e di amore. I social ci hanno aiutato a migliorare e a correggere errori perché è stato portato il mondo della cucina a tutti, c’è una verità molto più assoluta sulla capacità di creare qualcosa di veramente piacevole al palato.
Oggi vorrei che voi giovani faceste passare un messaggio importante: insegnare il rispetto per chi parla di te, per chi produce per te e per chi viene a mangiare ciò che prepari. Io sono qui grazie a voi e devo avere rispetto per voi!”.
Scelte e Regole.
Passione, professionalità e coerenza sono pilastri portanti di ciascuno dei relatori e hanno permesso loro di avere un seguito importante e duraturo. Certo questo comporta anche delle scelte difficili.
In termini di collaborazioni, per mantenere coerenza e rispetto verso chi li segue, spesso devono rinunciare anche a grandi somme di denaro proposte dai brand al fine di essere sponsorizzati. Il punto è che alcuni di questi non sono in linea o non sono nel range di alta qualità che gli ambassador in questione difendono ogni giorno sui loro profili social e nella loro vita.
Per tornare rapidamente al caso Ferragni è proprio questo il punto su cui è necessario fare chiarezza. Chi fa comunicazione, sa fare comunicazione! In questo momento storico, però, non avendo regole chiare, ognuno può scegliere di farlo correttamente o meno.
Tutti sogniamo un mondo dove l’etica apre la strada alle scelte di ogni persona, ma sappiamo che non sempre è così.
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