Il coltello è l’anima di un cuoco.
Lo lessi in un manga giapponese. E non è un caso che ogni cuoco nel mondo abbia, custodito con cura e gelosia, il suo Santoku, il coltello universale tradizionale del Giappone, patria dei coltelli (pur differenti da quelli occidentali) di qualità e resistenti nel tempo.
Anche il Friuli ha la sua patria di fabbricazione dei coltelli, Maniago, la cui tradizione artigiana nei secoli ha portato questo piccolo paese a primeggiare nel mondo per la qualità dei suoi prodotti, tanto da essere conosciuta come “città dei coltelli”.
E oggi anche Maniago ha, in senso letterale, un coltello, anzi una linea, anima di un cuoco.
Il cuoco è niente meno che Terry Giacomello, che dalla terra natale friulana (proprio vicino a Maniago) è giunto a portare una stella Michelin all’Inkiostro di Parma. E il produttore è una delle più rinomate coltellerie maniaghesi, Maserin, una grande famiglia che dal 1960 tramanda la tradizione sposandola alle tecniche più moderne.
TeGi (Terry Giacomello) ha debuttato nella sua elegante bellezza oggi, in occasione di Coltello in festa, l’annuale manifestazione che celebra la plurisecolare tradizione coltellinaia maniaghese.
Una linea di coltelli che racconta storia, cultura e tecnologia. La storia è ovviamente quella di un popolo la cui economia e cultura ha sempre girato attorno alla fabbricazione di coltelli; la cultura è quella di un testimonial, Terry, che ha conosciuto e vissuto le cucine di tutto il mondo; la tecnologia, infine, è uno straordinario matrimonio tra oriente e occidente.
I primi prototipi sono nati sul modello giapponese, ma poi c’è quella stele funeraria locale, il ceppo sepolcrale del macellaio-salumiere con inciso il disegno di un coltello le cui fattezze TeGi ha voluto ricordare.
L’incontro oriente occidente inizia qui, in fase di studio prototipale, fino a giungere alla linea finita, un prodotto già destinato a diventare internazionale: acciaio ad alto contenuto di carbonio e cromo, manico in richite, composito di fibre a base di carta eco-compatibile, e un’ergonomia pensata in ogni dettaglio.
Coltelli che grazie alla filatura a pietra, a freddo e ad acqua, permettono di far durare a lungo il taglio, proprio come i migliori prodotti giapponesi; pensati in italia per la cucina occidentale, ma che portano con sè i dettami e i segreti orientali.
Eccolo il coltello TeGi, pronto oggi ad essere maneggiato dal suo testimonial Terry Giacomello, al taglio della sua Mela ammuffita, piatto che, tra i molti altri dello chef, racconta la lotta allo spreco.
Ed anche questi coltelli raccontano la medesima filosofia, perchè non solo il manico è fatto di “carta reciclata”, ma la guaina è realizzata in kevlar, materiale ricavato dalle vele dismesse.
Non poteva mancare la pitina a questa festa: insaccato di carne affumicata originaria della Val Tramontina amato da Terry Giacomello e salume custode della cultura di questo territorio.
Una giornata di orgoglio che ha trasformato il motto di George RR Martin in:
“Datemi un buon coltello affilato e una buona pitina da tagliare e io sarò un uomo felice”.